Appunti sul libro "La vita quotidiana come rappresentazione" di Goffman. L'autore usa la metafora del teatro per raffigurare l'importanza dell'azione umana - cioè, sociale.
La vita quotidiana come rappresentazione
di Luca Porcella
Appunti sul libro "La vita quotidiana come rappresentazione" di Goffman.
L'autore usa la metafora del teatro per raffigurare l'importanza dell'azione
umana - cioè, sociale.
Università: Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-
(LUISS) di Roma
Facoltà: Scienze Politiche
Corso: Scienze Internazionali e Diplomatiche
Esame: SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE
Docente: Michele Sorice
Titolo del libro: La vita quotidiana come rappresentazione
Autore del libro: Erving Goffman
Editore: Il Mulino
Anno pubblicazione: 19971. Introduzione alla vita quotidiana come rappresentazione
Le informazioni che si possono avere in merito a un individuo aiutano a definire una situazione, cioè
permettono di sapere in anticipo cosa aspettarsi da lui: si possono raccogliere notizie da molte fonti,
applicare stereotipi, affidarsi a quanto l’individuo dice di sé, far valere esperienze passate. Significa che
molti fatti cruciali restano al di là del momento dell’interazione, nella quale vi sono una espressione assunta
intenzionalmente (con segni appositi per comunicare le informazioni volute) e una espressione lasciata
trasparire (presumibilmente in via non intenzionale e molto spesso non verbale).
In realtà, ogni individuo crea un’immagine di sé che gli altri devono accettare “sulla fiducia”, o comunque
attraverso deduzioni, a partire da quanto egli lascia trasparire e da quanto vuole comunicare (e le possibilità
sono diverse, dal voler comunicare fiducia al voler ingannare gli interlocutori). A volte l’individuo agisce in
modo calcolato, altre volte si esprime in un certo modo perché dettato dal suo status (ma non per ottenere
una particolare reazione), altre ancora dà certe impressioni pur senza volerlo coscientemente. Di solito,
inoltre, gli aspetti più controllabili del comportamento vengono valutati alla luce di quelli meno controllabili
(più spontanei): l’individuo può tener conto di questo fatto e cercare di controllare la sua rappresentazione
quando si trova in un ambiente in cui è osservato. È un gioco d’informazioni in cui, forse, l’osservatore
risulta avvantaggiato rispetto all’attore.
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La vita quotidiana come rappresentazione 2. La definizione della situazione secondo Goffman
Generalmente, le definizioni della situazione proiettate dai diversi partecipanti sono abbastanza in armonia
tra loro (ma non è un ideale ottimistico, quanto piuttosto una repressione degli istinti immediati in favore di
un accordo per il funzionamento della società); inoltre, ogni partecipante ha solitamente il privilegio di
imporre regole che per lui sono vitali, ma per gli altri non sono particolarmente rilevanti, raggiungendo un
consenso operativo che eviti un conflitto aperto fra diverse definizioni della situazione.
Una definizione proiettata ha anche un carattere morale: vige il principio generale che un individuo con
certe caratteristiche sociali ha il diritto morale di pretendere che gli altri lo valutino in modo appropriato;
inoltre, chi dichiara certe caratteristiche dovrebbe essere ciò che pretende di essere, dunque, scegliendo una
definizione della situazione, un individuo implicitamente rinuncia a essere ciò che non appare.
Si cerca continuamente di realizzare delle tecniche di difesa per non alterare la definizione della situazione,
che consistono in tecniche, adottate in presenza degli altri, per salvaguardare le impressioni suscitate negli
altri: senza di esse, le alterazioni sarebbero molto più frequenti.
- Interazione faccia a faccia: influenza reciproca esercitata tra individui che si trovano gli uni in presenza
degli altri;
- interazione: processo interattivo che ha luogo quando gli individui di un gruppo si trovano in presenza gli
uni degli altri;
- rappresentazione: attività svolta da un partecipante volta a influenzare uno degli altri partecipanti;
- routine: modello di azione prestabilito che si sviluppa durante una rappresentazione.
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La vita quotidiana come rappresentazione 3. Goffman - Rappresentazioni in buona fede e rappresentazioni in
mala fede
Gli individui, sulla scena sociale, interpretano una “parte”, richiedendo implicitamente agli osservatori di
prenderli sul serio. Non a caso, “persona” vuol dire “maschera”, la quale rappresenta l’io che ognuno
vorrebbe essere, ma che spesso deve impersonare. Il pubblico può essere convinto o meno della parte;
l’attore può essere:
- sincero, se crede nell’impressione che comunica agendo;
- cinico, se non è convinto della propria routine e non si cura dell’opinione del pubblico, ma non vuol dire
che agisca negativamente, perché può anche ingannare il suo pubblico credendo di agire a fin di bene (ci
sono attori cinici ai quali il pubblico non permette di essere sinceri).
Ovviamente, ci sono momenti di transizione tra sincerità e cinismo, in cui l’attore tenta di indurre al
pubblico a un giudizio su di lui, ma allo stesso tempo dubita della validità di questo giudizio o di meritarlo,
fino a una sorta di auto-illusione.
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La vita quotidiana come rappresentazione 4. Goffman - La facciata
La facciata è la parte della rappresentazione che funziona in modo fisso per definire la situazione a quanti la
osservano: l’individuo può ricorrere a un equipaggiamento espressivo in modo intenzionale o meno.
L’ambientazione comprende i dettagli di sfondo che forniscono lo scenario necessario per una facciata, tanto
che l’attore non può cominciare la sua azione se non si trova nella giusta ambientazione. Difficilmente essa
segue l’attore. Altro caso è il club.
La facciata personale comprende gli elementi dell’equipaggiamento espressivo che vendono identificati con
il singolo attore e che lo seguono ovunque (gesti, sesso, razza, espressioni…) e si dividono in fissi e mobili.
Vanno divisi tra apparenza (stimoli che suggeriscono gli status dell’attore o che informano a proposito del
suo momentaneo status) e maniera (stimoli che informano di che ruolo l’attore intende avere in una
situazione che sta per verificarsi). Maniera e apparenza sono in genere coerenti tra loro, anche se a volte
possono contraddirsi, magari volutamente; inoltre, sono normalmente coerenti con l’ambientazione, anche
se spesso i giornalisti invitano a prestare attenzione alle eccezioni, che costituiscono un elemento
interessante e “piccante” a livello mediatico.
In realtà, la facciata e un tipo di routine non sono collegati in maniera univoca: spesso una stessa facciata
può essere propria di routine diverse, e comunque esiste un numero limitato di facciate, tra le quali in genere
si è costretti a scegliere la propria, senza poter “creare” una facciata realmente originale, nonostante possa
sembrare tale. Ciò può provocare conseguenze come il fatto che non si possa trovare un perfetto adattamento
tra una specifica rappresentazione e il ruolo assunto dall’individuo, perché magari un tipo di facciata è
troppo elevata per un ruolo, ma la successiva (in un ipotetico “ordine”) è troppo bassa. È un’eccezione alla
regola una facciata che faccia riferimento a un solo specifico tipo di routine (nelle occasioni particolarmente
importanti, con molto cerimoniale).
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La vita quotidiana come rappresentazione 5. Goffman - Qualità teatrali della realizzazione
In presenza di terzi, l’individuo puntualizza la propria attività in modo “teatrale”, con segni appositi. In
realtà, spesso risulta difficile rendere al meglio il proprio lavoro, perché ai terzi può apparirne solo una
parte, e a volte neanche la parte più importante (in un negozio, ciò può coinvolgere l’aumento dei costi
“visibili”, per coprire altri costi che il cliente non vede o non considera importanti). Il problema di
valorizzare la propria attività può portare a dedicare precise energie a scopo comunicativo, o addirittura a far
svolgere questo ruolo a persone specifiche; il rischio maggiore è quello di una scissione tra espressione e
azione, fino a un punto tale che chi si impegna a rendere evidente un compito, poi non ha il tempo di
svolgerlo realmente, o viceversa.
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La vita quotidiana come rappresentazione